È davvero complicato parlare della contemporaneità senza sforare nella Politica (maiuscola non casuale).

Detto questo è impossibile parlare di impoverimento senza buttare un’ampia occhiata nella contemporaneità e di conseguenza nella politica (minuscola non casuale).La speculazione si è mossa molto prima di qualsiasi accadimento, sabotaggio o guerra, anzi è stata ed è ancora motore e causa degli avvenimenti stessi

La speculazione, mostro selvaggio, cinico e crudele, che caratterizza questi anni, la finanziarizzazione, il distacco graduale, ma continuo dalla realtà, per inoltrarsi in un mondo fatto di future ed investimenti sulle supposizioni e le scommesse., che piegano e finiscono con il definire la realtà.

Gli aumenti folli ed esponenziali delle materie prime, soprattutto energetiche derivano, allo stato, certamente dalla situazione geopolitica, ma soprattutto dal gioco della suddetta speculazione ed in qualche modo e non a caso, dalle politiche (europee) delle privatizzazioni selvagge che ne sono contorno e substrato.

 

Occorrerebbe una riscossa, quantomeno per poter continuare a guardarsi allo specchio alla mattina senza la voglia di sputarsi in volto, ma la dis-abitudine alla lotta, alla resistenza è radicata in un popolo provato e testato da crisi pandemiche (non casuali a questo punto) e santificazioni forzate.

Così mentre i paesi forti (e fuoriusciti) del teatrino farsesco d’Europa, se ne vanno da soli esercitando la propria sovranità (che hanno accuratamente conservato) e quindi intervenendo, pesantemente, in difesa delle famiglie e delle imprese ; L’Italia languidamente e servilmente affonda in una melma odorosa di servilismo atlantista.

L’area radicale, più presunta che reale, messa a durissima prova nelle sue fondamenta ideali dalla campagna di santificazione forzata, ha perso quasi completamente la capacità non solo di organizzare ma anche di comprendere le ragioni del dissenso, allontanandosi dalle pratiche per inoltrarsi in astruse grammatiche.

Resta, a mio umilissimo parere, compito dei libertari quello di rimanere vicini ai luoghi dove il dissenso riesce ancora ad esprimersi e dove il pensiero ancora riesce ad allontanarsi da quello Unico e sistemico, organizzandolo là dove sia possibile e cercando la strada del Controllo Democratico dal Basso.

Sono in campo, per esempio, numerosi tentativi di organizzare una sorta di Don’t Pay anche in Italia, credo che sia necessario esserci, in modo il più possibile attivo. Un’azione di disobbedienza è indispensabile ed è l’unica strada ed è nel solco del pensiero libertario.