di Paolo Paoletti

A parte ogni polemica, io SINCERAMENTE mi ricordo che esiste la parola presidentessa. E ricordo che delle femministe, in passato, mi hanno detto che ritenevano la desinenza “essa” offensiva, semi – dispregiativa, ma io invece penso che “vigilessa”, “poetessa”, “avvocatessa”, tutti termini che alcune di queste donne mi hanno detto che preferiscono evitare, hanno in sé una musicalità ben lontana da un suono offensivo, o sminuente, o dispregiativo. E’ una desinenza musicale, dolce e forte al contempo. QUESTO, SE ANCORA VOGLIAMO PARLARE DI DESINENZE.

SENZA VOLER OFFENDERE NESSUNO/A, E SENZA NEANCHE ADULAZIONI. LE QUESTIONI PIU’ IMPELLENTI PER MOLTE PERSONE / MOLTI ESSERI SONO ALTRE. LE FONTI DI GIOIA E DI PIACERE PURE. E le parole sono importanti, contribuiscono a creare la/le realtà. Come i Pensieri, le Parole sono alla base dei costrutti attraverso cui la Vita si manifesta, in Forme, Fenomeni, Mondi, Universi.

Ma sempre fermo restando che in questo contesto penso che ci siano delle priorità, rispetto alle desinenze. ANCHE NELLA SCELTA DELLE PAROLE, CI SONO ALTRE PRIORITA’. Come trasmettere Amore, con le parole? Come trasmettere anche il dissenso in modo costruttivo anziché distruttivo? Come esprimere a parole la possibilità di creare/co-creare un contesto in cui Varie Modalità dell’Esistenza possano coesistere senza disturbarsi e magari anche interagendo costruttivamente?