Quella che, con la solita tendenza all’uso di termini anglofoni, viene definita “Body shaming”, ma che noi preferiamo ridefinire nella nostra lingua, anche perché ugualmente dotata di sintesi: Derisione del corpo.

Chi scrive ne è stato vittima per innumerevoli anni e può garantirne il tragico effetto e lo strascico post traumatico.

È divenuto, in totale carenza di reali contenuti, il linguaggio della politica… e non solo, che ormai orbita attorno al “grande nulla” e si occupa nel suo interloquire quasi solo di questioni biecamente formali; lasciando le decisioni reali ed i contenuti sostanziali a gruppi sempre più ristretti e sempre meno democraticamente delegati (da sempre elitari). Un gioco crudele in cui ricadono tutti a fasi alterne.

Però non è solo di politica che vorrei descrivervi, essa è, sebbene apparentemente fondamentale, solamente un effetto (per quanto influente sulla vita dei molti).

Una copertura, un aspetto esteriore, un’apparenza di ciò che avviene nel profondo del sentire, e del condividere dell’umanità.

Sempre meno il nostro divenire si dedica alla sostanza, la forma prevale, in modo eclatante e sin troppo evidente nelle manifestazioni esteriori, ma deriva ,sempre, da una condizione di svuotamento interiore.

Il pensiero condiviso ci guida verso l’adorazione della forma e della materia apparente e la sottovalutazione, conseguenziale, del contenuto. Questo avviene a qualsiasi livello, dal “normale quotidiano” sino alla più alta manifestazione di presunta sapienza culturale, ma invade la filosofia e la teologia…. deforma la comunicazione attribuendo all’immagine un valore totalizzante, che annulla ogni altro livello comunicativo.

Oggi la verità viene definita dalle immagini, che non sono in realtà meno manipolabili delle parole, degli scritti, dell’opera creativa visiva o materiale… anxi proprio per questo carico da presunte portatrici di assolute verità lo sono di più, soprattutto in tempi di Intelligenza Artificiale.

Ma la moltitudine è intenta all’adorazione del corpo, alla cultura dell’aspetto e di conseguenza distratta dal piano del reale. S’inventa armicromia come forma di studio del linguaggio, I politici vengono giudicati e valorizzati su aspetti esteriori e formali (e di questi, ormai prevalentemente, si occupano. dandogli maggiore importanza rispetto a quel che dicono e fanno).

Conta molto di più il come si dice rispetto a quello che davvero viene dichiarato. Il Re è elegantemente vestito anche quando è nudo.

Le promesse sono forme vuote che non è necessario mantenere, trappole elettorali legalizzate, a cui nemmeno gli elettori attribuiscono un peso determinante e reale, tanto verranno sicuramente accantonate come vuoti oggetti formali da usare quando serva.

Quel che si dice non conta per nessuno e quel che si fa non è discutibile o discusso e non ha mai attinenza con quel che si è promesso.

La forma del “Grande Nulla” prevale su qualsiasi verità… che comunque giace umiliata in un angolo vittima della guerra del momento, annientata dall’esigenza del Massimo Profitto Possibile (legge fondamentale del capitalismo).

Nessuno si salva, conl ‘eccezione di qualche voce fuori sincronia e fuori tempo dal peana generalizzato, l’opposizione del momento ripercorre le medesime strade di vuota formalità, avvicendandosi nell’inutilità di un minuetto di imbecilli.

Come si è già detto sempre meno restano sulla riva del fiume… mentre l’acqua scorre e trasporta cadaveri di cui pochi si avvedono.