La diga di Ridracoli in Emilia tracima per la quarta volta, evento rarissimo, legato ad un’abbondanza inusitata di acqua.

Attenzione però quest’abbondanza era precedente all’arrivo della pioggia e derivava dal rifiuto di aprire le dighe nel periodo della “cosiddetta “ siccità.

Quasi tutti i fiuni d’Italia hanno questi enormi rubinetti a monte, generalmente privatizzati, legati alla produzione di energia ed ad altri interessi.

Certamente tale produzione è fondamentale per il paese, ma resta il fatto che esista una forma di controllo della portata dei fiumi, indipendente dalle condizioni atmosferiche.

Sono innumerevoli le condizioni oggettive che hanno portato al disastro emiliano e non tutte anzi quasi nessuna incidentale.

I fiumi, per esempio sono stati a lungo quasi secchi, qualcuno li ha puliti? Si è approfittato per dragarli e sistemare gli alvei, liberandoli dagli ostacoli e dall’eccesso di sabbie? No!

Gli argini sono spessissimo vecchi, fragili, disboscati per ragioni di agricoltura intensiva, cementificati per imbecillità, qualcuno si è preoccupato di questo? No!

La cementificazione del territorio sta producendo disastri il terreno diviene impermeabile e l’acqua anziché essere assorbita ed arrivare alle falde, spesso scorre e rimane accumulata in superficie, si chiama dissesto idrogeologico ed a tratti viene evocato da qualche ambientalista sincero, qualcuno ha provveduto a sistemare quello che poteva essere sistemato? No!

A questo si unica il gioco delle dighe e la condizione drammatica della rete idrica che disperde ben di più del 60% della sua portata, per la sua inadeguatezza ed obsolescenza. Il primo con opprtune e strumentali aperture e chiusure controlla la portata dei fiumi ed il livello dei laghi, soprattutto in periodi di carenza, il secondo disperde nel nulla il patrimonio potabile del paese ed insieme contribuiscono alla creazione dell’effetto siccità… e del suo opposto.

Esistono quindi responsabilità politiche oggettive nel disastro emiliano? Secondo noi Sì! È quindi assurdo pensare di creare come commissario dell’alluvione uno dei principali responsabili? Forse no! Porsi due domande sui reali motivi di un disastro, forse annunciato? Prevedibile… procurato? Dirlo è cosa da complottista, avere dubbi su questo sistema è di destra?

Ed ancora stiamo solo toccando la superficie, giocando un pour parler… d’altra parte, non siamo giornalai svenduti, ma scrivani dissennati e terrapiattisti.