Il 71% dell’inquinamento e della innaturalità (ops non le chiamano più così?) che rende ancor meno sopportabile il “cambiamento climatico” che stiamo attraversando è legato all’industrializzazione (ed esattamente a 100 aziende di livello mondiale) il resto è dovuto all’uso degli aerei, all’agricoltura industriale e solo in minima parte alle “cattive abitudini” dell’umanità.
L’abuso della plastica che pure vede l’ultimo fruitore come corresponsabile è comunque implementato dalla Grande Distribuzione, dalle scekte di fondo dell’industria chimica, dalla criminalizzazione della Canapa.
Il cosiddetto “riscaldamento globale”, negato per altro da fior di scienziati quali, per esempio, Carlo Rubia (premio Nobel per la Fisica) ha come ovvia concausa la cementificazione ed il disboscamento (portati avanti non dal rag.Rossi, ma dall’industria del legno, dall’agricoltura industriale, dalla Grande Distribuzione e dall’industria edile, ed ovviamente dai loro servi politici, dalle scelte di fondo di quello stesso potere che oggi ti chiede di non lavarti troppo).
Le inondazioni così come la cosìddetta siccità hanno alla base il dissesto idrico, la mancata cura della rete distributiva, l’inquinamento delle falde, lo spreco esasperato dell’agricoltura industriale. Il trattenimento a monte delle risorse idriche per la produzione di energia (generalmente privatizzata).
Lo pseudo progressismo di stile NEO-DEM, però h la inveterata abitudine ad attribuirne la colpa alla gente comune, che lo ripetiamo spesso è certo corresponsabile per ignavia, ma che non costituisce il problema.
È la filosofia dominante di palese marcatura capitalistica ad aver creato le condizioni, per le quali una modificazione climatica (che è palesemente in corso) divenga una colpa dell’umanità e non di coloro che la guidano da secoli; ai quali invece viene donata da questi stessi geniacci del progressismo qualsiasi facilitazione e giustificazione. È trite per me doverlo scrivere, per anni fo lavorato per una cultura altra e progressista (dove la parola progresso ha il suo significato più nobile e spirituale), per anni ed ancora sino a ieri, ho lottato nelle piazze e con le parole per una responsabilità ambientale e culturale condivisa… è triste vedere l’idealità ambientalista-animalista-progressiva divenire la prostitutadi lusso del più lurido capitalismo della storia umana… è triste e difficile da digerire.
Mi rifugio nell’idea anarco-libertaria-spiritualista come unico luogo in cui respirare dell’aria buona… foss’anche utopistico-immaginaria (che tutto sommato non credo), ma non per questo meno indispensabile alla mia sopravvivenza