Da tempo non scrivo, salvo per i miei romanzi di fantasy o fantascienza. È difficile farlo in questi tempi, parlando di politica o peggio ancora di geopolitica; difficile e pericoloso esprimere idee proprie, non sistemiche. Impossibile farlo senza essere, in qualche modo zittiti o indicati al ludibrio. A questo aggiungete il senso, la percezione di inutilità ed ininfluenza. La sensazione della berlina che si stringe attorno mentre la moltitudine rumoreggia. Molti affermano che sia comunque necessario ed io concordo, ma è oggettivo che il DIRE e lo SCRIVERE possano, qui ed ora, provocare isolamento, non ascolto, derisione e problemi legali.

Per altro, per quanto sempre meno rappresentativo, il sistema, cosiddetto “democratico ed occidentale” continua impunemente a riprodurre se stesso in una clonazione drammatica.

In tempo, per quanto illusoria, esisteva la convinzione di avere seguito, di essere in grado di mobilitare; oggi questa illusione è tramontata.

La cosiddetta mobilitazione avviene su tematiche lontanissime, dal sentire reale del popolo, che anzi viene guidato e mantenuto in alvei ben delimitati e sovrastati dal pensiero condiviso ed unico.

Mia figlia dice che un uomo con la mia storia può solo essere se stesso… ed infatti sono qui e scrivo ancora, ma è necessario essere letti e capiti per contare qualche cosa e questo il sistema fa di tutto affinché non avvenga. Quello che le persone come me dicono e scrivono viene evitato e quand’anche venga letto, viene subito dimenticato. Non è nel recinto… è fuori fase.

Questo che ho scritto significa che non sono l’unico e quindi che non sono solo? Certo non lo sono in un contesto ampio, ma se mi guardo intorno non vedo una grande folla.

Crescere spiritualmente è la risposta? Il mio amico Osho sarebbe d’accordo,un po’ come tutti i sapienti spirituali. È quello che cerchiamo di fare, non è vero?

Staccarsi dal mondo, dal possesso materiale, dalle aspettative? A questo ci pensa Lui, il mondo stesso, staccandoti perché sei microminoranza fastidiosa, per giunta.

Sedersi sulla riva del fiume… ammesso che ti ci lascino stare senza chiederti qualche tessera colorata.

Scriverò ancora? Temo che sia una compulsione, un effetto della mia insanità mentale, quindi sì, ma limiterò il farlo, cercando la qualità rispetto alla quantità. Ho scritto e osservato per molto tempo, da oggi lo farò molto di più tramite i miei romanzi e le mie poesie e con la missione di conservare il congiuntivo. Per finire questa divagazione citerò, cosa che non amo fare (lo trovo un vezzo da falsi eruditi). Voltaire diceva: “Per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare”