I TAROCCHI DEL 2024

I tarocchi sono particolarissimi; pur avendo, per certi aspetti, attinenza con l’I King. Le forme di divinazione si muovono sui medesimi modelli spirituali e mentali e rispondono alle medesime domande.

È la qualità della lettura che li differenzia sostanzialmente facendo dei tarocchi un sistema di divinazione più “intimo” e sotto certi aspetti più “facile”.

Se l’I King fissa il cambiamento ed il suo rapporto con le tendenze e le volontà, i Tarocchi si inoltrano nel mondo delle relazioni e dei comportamenti.

Nel passato, a sinistra, esce L’Appeso al centro La Ruota a destra nelle evoluzioni Il Giudizio nelle carte di supporto sopra L’Imperatore capovolto sotto L’Eremita.

La condizione di partenza, quello che abbiamo alle spalle, è l’incertezza. Una posizione scomoda, difficile; l’appeso però è cosciente, anarchico, (amico del Matto n.0, sceglie la sua posizione o quantomeno si adegua senza difficoltà ad essa.

Riesce a vedere chiaramente e non si preoccupa eccessivamente d’essere in posizione scomoda. L’appeso non ha paura, non teme nulla, anzi approffitta del momento per “osservare” ciò che lo circonda da una posizione privilegiata.

Al centro, fotografando il presente sta il movimento, la ruota del destino, l’immanenza del vero e di quel che non si può controllare. La fortuna sotto certi aspetti, o comunque l’immanenza del Karma.

Ogni cosa, alla fine , segue il flusso e nulla contro di esso può qualsivoglia forma di umano potere, il destino ci sovrasta, tutti; nessuno può piegarlo ai propri intenti. La ruota inserisce il concetto dell’inaspettato, di ciò che può stupire e riportare al flusso. Il concetto dell’imperscrutabile, di ciò che non può essere previsto, anche se si muove su strutture di regole precise ed , in un certo modo, siperiori.

A sinistra, nel futuro, la carta del giudizio, il destino compie il suo tragitto e pone di fronte al reale. Questo ce lo aveva detto anche l’I King nel tiro di ieri, l’immanenza del giudizio, vi è una seconda chiave di lettura che esternalizza il fenomeno sino a renderlo freddamente repressivo e pragmatico. Però l’Imperatore capovolto della carta di supporto ci precisa che la questione riguarda il potere costituito, maschile che, in qualche modo, viene mitigato, messo in discussione.

È l’unica carta capovolta e ci dice, chiaramente, che è proprio essa su cui si verte e si impernia la discussione in campo con la calata.

È, quindi, il potere consacrato che è debole. Si badi però che quando il potere imperiale decade ed è indebolito diventa crudele e si manifesta nel modo peggiore. Non si pensi quindi ad un periodo di decadenza facile.

Infatti l’Eremita definisce il percorso di chi, accetta la solitudine cercando nella propria coscienza interiore, nella propria superiore capacità di comprensione, la possibilità di lettura del mondo. L’Eremita non ha bisogno della moltitudine, anzi la rifugge, forte della propria capacità di giudizio. La solitudine non lo spaventa anzi cerca in essa il canto dell’Universo. Accettiamo quindi la possibilità di “camminare soli” perché in questa chiave sta la soluzione.

L’evoluzione è data e la strada è quella di una coscienza superiore che ci porti “sopra” e “fuori” dalle cose del mondo, che pure , attorno a noi arriverano ad un compimento imprevisto ed imprevedibile , persino per chi pensa di detenere un potere superiore. La forza di chi sa stare anche solo quando serve, anzi trova nella solitudine, la sua maggiore forza, sarà la strada della salvezza. La potenza dell’esempio e della coerenza interiore, che non è necessariamete rigidità mentale o cristalizzazione del sentire, ma capacità di camminare la vita adattandosi ed accettando, ma rimanendo centrati in quello che siamo davvero; questa forza, maturata nell’ascolto del silenzio, uscirà da noi cambiando il mondo.