Oggi l’area dello pseudo-progressismo si riempie la bocca dell’antifascismo. Parliamone quindi! Esistono , sicuramente almeno due forme dell’antifascismo (parola, per altro, leggermente aulica); L’una formale ed esteriore, l’altra sostanziale ed interiore.

Quello che definiamo in questo modo non è solo una forma della politica e non è solo una esteriorizzazione, ma riguarda il pensiero e l’anima, cioè il modo in cui una persona si relaziona al mondo ed agli altri. Ai deboli, ai dissidenti, agli ultimi. Alla povertà.

Non esiste solo un fascismo dei comportamenti apparenti, ma anche una forma molto più subdola e diffusa che potremmo definire il fascismo dell’anima.

Ripeto quanto detto più su per inciso, il termine fascismo è aulico, riferito ad una ideologia 900centesca, ma continueremo a definirlo in quel modo per comodità. L’uso strumentale che ne fa la politica, sia essa di DX o di X è inappropriato

Il fascismo esteriore è formale, ed èsupportato da un pensero sottotraccia, sarebbe molto comodo e viene spesso usata come definizione narrarlo come l’assenza del pensiero, ma non è così, purtroppo.

Il fascismo 900centesco ha influenza più di quanto ci piacerebbe pensare ed ammettere il “comportamento sociale” contemporaneo. La filosofia sottesa ha contagiato bene al di là delle definizione politica di DX e SX (altra definizione aulica).

Oggi il fascismo dell’anima infetta trasversalmente; i comportamenti del potere durante e dopo la fase pandemica e nella frenesia guerresca ce lo dimostrano.

È, purtroppo, diventato normale pensare che una visione possa essere imposta dal potere, anzi debba esserlo per un presunto bene comune, persino nelle affermazioni apparentemente progressiste esiste un substrato impositivo e manipolatorio squisitamente fascista.

Vogliamo parlare della foga guerrafondaia, dell’affermazione pseudo.progressista che esista una guerra necessaria, giusta, pacificatrice; oppure della paranoia comunicativa che porta il sistema ad ammettere la necessità dell’occultamento e della censura. Vogliamo parlare delle metodologie e del rapporto di potere, sfuggenti ad ogni forma democratica e costituzionale, delle commissioni europee, delle agenzie statunitensi, dei segreti militari, degli aggiramenti costituzionali, dello svuotamento delle politiche di rappresentanza. Per altro non possiamo fermarci lì, ma volendo indagare i comportamenti diffusi lo potremmo scorgere nei molti codesto fascismo dell’anima.

L’infezione dell’intolleranza apparentemente normale si diffonde, il compiacimento di fronte alle segregazioni ed alle guerre necessarie è una piaga ormai diffusa. In quest’Aprile vi invitiamo a ripensare al termine: LIBERAZIONE ed a riflettere intorno a questa parola accompagnandola con il termin : LIBERTÀ.

Non è solo una camicia, un fazzoletto o un saluto romano (comunque fastidioso e demenziale) a definire il fascismo, nella contemporaneità l’ppoggio ai rigurgiti nazionalsocialisti è cosa normalizzata nell’area che si autodefinisce progressista. Oggi i riferimenti alle metodolie naziste nella comunicazione e nella gestione della notizia sono cose normalizzate, assolutumante comuni. Vogliamo parlare di antifascismo… per me va benissimo, parliamone