Dapprima ci hanno instillato la compulsione al consumo, per indebolirci, illuderci che fosse sempre festa, per convincere anche noi dell’occidente opulento; poi ci hanno tolto il supporto economico indispensabile per giocare a questo gioco. Perché?

Il loro progetto di sfoltimento della popolazione era in atto da tempo, ma avevano necessità del consenso, del tacito assenso, del belato del gregge.

Le rivoluzioni degli ultimi tre secoli li hanno obbligati in un cunicolo che lrende indispensabili queste premesse. Come attuare quindi il loro mostruoso desiderio di controllo totale?

Come ottenere che sia il gregge a chiedere a gran voce di essere sfoltito? Che non vi sia una reale reazione, anzi che tale sfoltimento venga accolto come una sorta di benedizione.

Con un sistema misto di paura e bisogno, Creando dapprima il mito dell’occidente ricco ed opulento e poi quando si siano ottenute le migrazioni di massa, togliendo le garanzie anche agli occidentali e creando le premesse per una competizione selvaggia e crudele, definita “necessaria”.

La premessa necessaria è che, anche in condizioni come le nostre attuali con un mondo palesemente sovrappopolato ci sarebbero le condizioni per nutrire tutti. Se il sistema fosse equo, se l’1% non possedesse la ricchezza del restante 99%, se all’allevamento carneo si privilegiasse la coltivazione (nemmeno intensiva), se il paradigma fosse differente.

E qui subentra la paura: il gregge non deve pensare, non deve avere il tempo spirituale per farlo ed ecco a voi la geniale invenzione della precarietà, con la quale stanno fustigando e punendo una intera generazione.

Un bel piatto misto, fatto di migrazioni epocali, guerre e precarietà… economie di guerra, carenza di cibo e di denaro (apparenti) ed a tratti del sempre valido consumismo compulsivo (o gioco del desiderio che dir si  voglia).

Stanno punendo una generazione , dicevamo, che ha l’unica colpa di esistere e di essere figlia del consumismo compulsivo che avevano inventato per fermare i loro padri. Questo miscuglio di competitività esasperata, spirito guerresco, desiderio di promozione sociale e di acquisizione di beni materiali, paura del domani, assenza di garanzie e diritti, economie di guerra crea la confusione, l’incertezza, quella sorta di paura onnipresente, quel timore ignavo e silente che caratterizza le nuove generazioni, insieme al desiderio spasmodico di acquisizione del nulla tecnologico.

A questo si unisca poi la fluidità sessuale, che per carità è un assoluto diritto, ma che viene usata come unico “territorio dei diritti umani”, omettendo il diritto alla vita, ed alla stabilità economica. Una generazione che pur non possedendo pressoché nulla s’affolla disposta alla fame pur di avere l’ultimo ritrovato della tecnologia… Tant’è, mentre il silenzio cala e la “resilienza della stupidità” diventa un valore assoluto.

PREGHIERA PRECARIA

Sono stanco Signore di non aver speranza

del peso assurdo di questo eterno camminare

Padre ho la malattia del non contare

Son stanco di cambiare

Liberami Signore da questa stanchezza

e fammi grazia di un poco di certezza

Donami capacità di immaginare anche un domani

Fammi dono ti prego di una possibilità

Fai che i miei giorni si possano contare

in anni, padre non più in mesi…

Liberami dalle agenzie interinali

e dal tempo determinato.

Dammi dell’immaginazione il tempo lungo

quel che mio padre chiamava sicurezza

l’estraneo senso del potersi impegnare

Liberami Padre da questa rabbia…

da questa frustrazione

Dal dolore continuo della ricerca.

Dalla certezza che poi sarà per poco

Sson stanco padre…di fare il trimestrale.

Proteggimi dai tempi di crisi…

dalle contrazioni del mercato

Fai che anch’io conosca l’ebbrezza

dell’acquisto rateale,

del firmare una cambiale

fai ch’io possa accendere un mutuo.

Proteggimi dal mostro dell’emigrazione

Tu mi conosci Signore dammi grazia

fai ch’io mi senta nuovamente umano,