Parliamo di censura?

Questa forma di assoluto arbitrio da parte del potere, questa volontà vendicativa e crudele di zittire, azzerare, possibilmente eliminare le forme di dissenso non è nuova nella vicenda umana, anzi è antica almeno quanto l’umanità.

Assurdo e un poco patetico il berciare di chi l’affronta come se fosse un’invenzione della modernità… o peggio della contemporaneità.

È molto di più il tempo, nella storia, in cui il potere ha violentato ed anche ucciso i dissidenti rispetto a quello in cui li ha lasciati parlare; per non dire dei tempi di guerra, molti di più di quelli di pace, in cui la primissima vittima è stata, da sempre, la Verità.

Il Potere, in ogni sua forma organizzata e gerarchizzata, non ama mai il dissenso, se poi parliamo del potere più antico e nascosto tanto di più vale questa affermazione.

La censura si è presentata nella storia in svariate maniere, a volte violenta ed organizzata dal potere stesso, in altri casi subdola, viscida e vermiforme si è insinuata nel tessuto sociale assumendo la forme del pensiero condiviso e comune. Della vocazione al linciaggio ed alla delazione.

Oggi ci troviamo di fronte ad un fenomeno di questo tipo… o quantomeno al tentativo di implementare questa forma di censura, compiuta non già dal potere apparente, ma da terzi, incaricati ufficiosamente e segretamente di farlo e dal “pensiero condiviso”, nutrito oggi dalla potenza assoluta dei Media, così come ieri veniva predicato dai pulpiti oggi invade le menti passando attraverso la Sublimazione Mainstream.

Il rogo, la forca, la croce fiammeggiante si fanno virtuali, almeno inizialmente, per divenire poi isolamento sociale, preclusione all’accesso, segregazione, pubblico ludibrio, derisione. Solo una volta che l’eretico sia isolato, solo, pubblicamente deriso e additato si procede alla sua eliminazione a volte sol sociale, altre volte, quando ci si trovi di fronte a personaggi di vero spessore, la vendetta diviene immediatamente crudele e violenta “Assange Docet”, ma non solo, senza l’appoggio di un substrato di servi osannanti tutto ciò non sarebbe possibile, perlomeno non mantenendo l’aspetto ingannevole della democrazia.

Non stupiamoci quindi, più di tanto, della violenza del potere per più di una ragione, riassunta dal grande Faber nelle frase “…Per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni …”.

Ed infine, scandalizzati ed indignati di tutto il mondo e di queste ultime ore… guardatevi addosso, quanti di voi hanno taciuto quando ad essere censurati erano altri eretici… altri anarchici.

Oggi giornalisti asserviti sino ad un minuto prima vengono zittiti, con la scusa dell’emergenza e della guerra, ma quante volte questi stessi servi hanno zittito? Ed ancora una volta, pur non amando le citazioni ed usandole pochissimo mi sovviene un’altra frase celebre (al di là della polemica sulla sua sua attribuzione): Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare“.