L’intelligenza artificiale è predestinata a sostituire anche la creatività umana? Soprattutto quando essa sia ripetizione di modelli predisposti e si muova all’interno di regole di mercato precise e programmate, finalizzate alla vendita ed alprofitto o peggio alla manipolazione.

Come suole l’informazione che ci viene ammannita attorno all’argomento è molto parziale, finalizzata al risultato che il potere vuole ottenere, così come parzialmente nascoste sono le sue finalità reali ed il progetto che le sottende. Quel ch’é dato sapere rappresenta la punta dell’iceberg, quello che ci è permesso vedere. Quello che al potere conviene si sappia.

Del reale avanzamento della ciberbetica e della robotica non conosciamo pressoché nulla, anche se l’apparenza è quella dell’esposizione condivisa dei saperi. Così non è e non è mai stato! Solo apparenza, appunto, nelle segrete stanze dei padroni del mondo e signori della guerra l’avanzamento tecnologico a che punto è?

Pur nella cultura del segreto che ci avvolge alcune intenzioni trapelano, la sostituzione dell’essere umano è in corso ed essa non riguarda unicamente la fatica fisica, ma l’umanità nel suo complesso, nella convinzione che l’intelligenza artificiale sia controllabile perché fondamentalmente programmabile. Gestibile al punto di potere trasferire la sua programmazione all’umanità intera.

A questo proprosito è stata ripetutamente manifestata l’intenzione di creare forme di I.A, che sappiano anche produrre letteratura (angosciante definirla così), piuttosto che musica o comunque costruzioni definite creative e qui si dovrebbe aprire un discorso su quello che nei tempi del consumismo compulsivo e del pensiero unico viene definito creativo.

Va detto che la resa all’I.A. È stata preparata da tempo, con l’affermazione che ; “Tutto sià stato già detto , cantato e scritto”. “ Che l’unica strada dell’intelletto creativo sia la riproduzione modificata” , considerando quindi che la la “pratica” normalizzata dei creativi è la ripetizione barocca o minimale di cose già scritte e già dette la I.A. padrona della memoria ha gioco facile nel sostituire gli artigiani della ripetizione.

Ed anche su questo concetto dell’artigianato si dovrebbe riflettere. Nei tempi dell’intelligenza artificiale rinascerà l’artigianato artistico? Per quanto riguarda il vostro scrivano, sicuramente sì!

L’artigiano delle parole combatterà la sua ultima battaglia? Sia quel che sia, anche se lo definirete Luddista o antimodernista egli (lo scrivano) non accetterà mai l’idea d’una memoria infinita che lo sostituisca. Certo, accettarne l’ausilio prima ed adagiarsi nella superiorità mnemonica poi sarebbe facile, aderendo alla comune corsa del lemmning, all’uso facilitato del “Secret Writer”.

Diciamocelo, a volte, la citazione ed il rimando sono utili e produttivi, ma la creatività è dell’umanità, suo dono supremo ed una memoria eidetica e fotografica, per quanto enorme possa essere, non potrà e dovrà mai usurpare questo dono. In questo senso il richiamo ad Isaac Asimov ed ai suoi scritti sulla robotica è d’uopo. Sebbene nelle sue ipotesi siano inserite le famosissime, arcinote tre leggi della robotica, che non sembrano affatto voler essere riepettate dalla cibernetica moderna e reale, che nasce per la huerra e dalla guerra, che è finalizzata al controllo ed alla depopolazione.

PENSATE, SCRIVETE, CANTATE, CREATE DIPINTI, esistete! Non cercate la fama ma l’arte.